giovedì 29 luglio 2010

Gaia: artigiana feltraia per vocazione

Chi lascerebbe il proprio lavoro per avventurarsi in un progetto incerto, antico ma sconosciuto, affascinante ma poco apprezzato dalla moda, impegnativo, lungo, senza orari ma con il piacere e la soddisfazione che solo i lavori manuali e creativi possono dare?

Al giorno d'oggi pochi azzarderebbero un mossa come questa ma Gaia non ha dubbi: questa, dice, è la vita che voglio e non ho nessuna intenzione di tornare indietro!


Prima di tutto conosciamo la materia prima con cui Gaia lavora: la lana.
Ma non lana qualsiasi lana rigorosamente italiana, la stessa che i pastori sono costretti a smaltire come rifiuto speciale perchè nessun mercato è interessato ad acquistarla; da quando si è diffusa la lana di pecore Merinos tutte le altre varietà di lana non sono più apprezzate e hanno perso mercato.
La lana delle percore italiane si lavora con più difficoltà e non è l'ideale per creare abiti, lo è invece per realizzare accessori, pantofole, borsette, assorbenti, pannolini, termhos...

Ovviamente non si usa la lana grezza appena tosata ma il prodotto che se ne ricava dopo averla lavorata a lungo secondo modalità ci cui parleremo in seguito.
La lana grezza è selvatica, indomabile, senza forma e senza peso, contiene una moltitudine di corpi estranei ed emana un odore caratteristico di selvaggio e di libero. Chiamare tessuto questo caotico ammasso di peli è prematuro se non fosse che Gaia con semplicità e maestria lo lava, lo pettina e ne fa uscire una palla cotonata, morbida e pulita!

Il lavoro di infeltrimento comincia in questo momento e tutti i partecipanti fremono per scoprire i segreti di un lavoro artigianale ormai scomparso, le teste protese verso il tavolo osservano gli strumenti del mestiere: lana pettinata bianca (cioè del colore naturale), spazzola di plastica da “lavandaie”, acqua calda e saponetta.
La procedura è questa:
• con le mani si lavora la lana in modo da creare dei fogli da sovrapporre uno all'altro, i fogli avranno la forma che servirà a creare l'oggetto finale (nel nostro caso un grande rettangolo per formare una borsetta)
• gli strati si posizionano uno sull'altro cercando di separarli bene e facendo attenzione a non lasciare buchi tra uno strato e l'altro
• successivamente si immerge la spazzola di plastica nell'acqua calda e si versa a pioggia l'acqua che con essa si raccoglie
• si impugna la saponetta (meglio sapone di marsiglia) e la si passa grossolanamente su tutta la superficie creata dalla lana
• con le mani si “stira” il tessuto umido in continuazione
• si ripetono le operazioni continuamente fino a quando la forma comincia a diventare compatta e consistente e si nota che le fibre si sono incastrate saldamente tra di loro (questa procedura richiede molto tempo anche un'oretta!ma la si può fare in gruppo come noi o con i bimbi)
il processo simula la capacità dei capelli di diventare rasta, infatti tutti i capelli e i peli possono assumere questa struttura ma la lana è in assoluto il “pelo” migliore per gli scopi cui è destinata!

Chi ha le mani delicate dovrebbe usare i guanti in quanto un lungo contatto con saponette e acqua possono seccare molto la pelle.
Saponetta e acqua servono ad aprire le fibre del pelo che in questo modo si incastra nelle fibre del pelo vicino e questo incasto a catena serve a cementare le fibre tra loro e a rendere il feltro un tessuto particolarmente resistente, versatile e facile da lavorare.

Altra caratteristica del feltro naturale e locale è quella di possedere la sua naturale quantità di lanolina, sostanza indispensabile a proteggere il manto delle pecore e che rende la loro pelliccia idrorepellente e autopulente.
La prova dell'efficacia di questa proprietà è tangibile usando gli assorbenti lavabili che produce Gaia; io li ho provati e magia! Qualsiasi macchia (e voi sapete di quali macchie parlo) scompare se si lascia in ammollo il sopracitato accessorio femminile in acqua fredda qualche ora.
Vi giuro che non resta traccia di nulla e non serve strofinare o usare detersivi (tra l'altro operazioni sconsigliatissime con il feltro); siamo di fronte quindi ad un tessuto incredibile e ad altissimo valore etico.
Chi volesse poi regalare ai propri figli l'esperienza di fare pipì all'interno di una mutandina di lana grezza può acquistare i pannolini lavabili di Gaia dal suo sito:
www.gaiadilana.com

Gaia produce a mano splendide pantofole, borse e accessori vari e se girate le fiere del settore naturale la potreste trovare mentre lavora la sua amata lana dietro ad uno stand in mezzo al caos e alla folla...io l'ho conosciuta così.

Utilizzando e lavorando lana italiana Gaia:
• recupera un rifiuto
• lo trasforma in oggetti utili biodegradabili
• utilizza prodotti locali, a km zero e a filiera cortissima
• sostiene l'economia rurale e gratifica i pastori che preferiscono barattare la lana con Gaia piuttosto che gettarla come fosse un qualsiasi pattume inutile
• cosa incredibile nessuna fase della lavorazione crea inquinamento, non si utilizza nessuna sostanza capace di uccidere forme di vita (se non si tiene conto dei parassiti ovini!), non vengono utilizzate macchine o strumenti elettrici ma solo lavoro manuale ed energia umana
• Gaia si autosostiene e aiuta a sostenere la sua comunità
• Gaia è l'esempio di come un lavoro si può inventare, costruire giorno per giorno e soprattutto di come un mestiere possa regalare soddisfazioni e gratificazioni indipendentemente dalla busta paga
Conoscere Gaia è stata una grande fortuna, Gaia appartiene al patrimonio umano da salvaguardare e sostenere perchè quando scompariranno gli artigiani e gli antichi saperi tutti noi saremo più poveri e più incapaci che mai!
La più grande libertà non è vivere circondati da comodità e beni materiali ma è quella di saperserli costruire i beni che ci riempiono la vita, sapere che in qualsiasi momento si può fare a meno di petrolio, di supermercati e di macchine elettriche.
Chi di noi può dirsi così libero da autoprodursi il necessario?

Se continuerete a seguire il blog di Cesta di Artemide scoprirete che è nato un nuovo contenitore (www.erreallaquarta.blogspot.com) ricco di consigli e ricette su come avvicinarsi alla libertà di cui parlo. Scoprirete come farsi non solo il formaggio o il nocino ma anche la germogliatrice, la pasta di mais, monili e accessori moda con materiale di recupero, giocattoli a costo zero, ...Le cose che scoprirete aumenteranno di giorno in giorno non solo perchè 4 ragazze hanno deciso di dare corpo al magico mondo dell'autoproduzione ma anche e soprattutto perchè ognuna/o di voi è invitato a contribuire con le proprie conoscenze e il proprio bagaglio esperenziale.

Vi aspettiamo su:
www.cestadiartemide.blogspot.com
www.erreallaquarta.blogspot.com
Foto dell'articolo, la prima dall'alto mostra le 2 borsette nate dal laboratorio di feltro durante la serata informale tenutasi presso la Cesta di Artemide. Nelle altre foto si può osservaare Gaia mentre cuce e rifinisce le borsette in questione.

1 commento:

  1. Non l'avevo ancora visto questo articolo...bello!!
    stupende anche le borsette finite!!!
    ....bravissime!!!!!!!!!! :o)

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